Il regolamento sui requisiti di omologazione dei veicoli a motore e dei relativi “sistemi, componenti ed entità tecniche” lo definisce, nella versione italiana, “Registratore di dati di evento”, in inglese Edr, event data recorder. L’opinione pubblica e i giornalisti semplificano in scatola nera. In realtà l’Edr è qualcosa di più e qualcosa di meno delle scatole nere aftermarket fornite dalle assicurazioni in caso di specifica sottoscrizione – e quindi anche disinstallabili – a cui da anni siamo abituati. L’Edr non può essere installato o disinstallato, attivato o disattivato. È una tecnologia incorporata nell’auto fin dalla sua progettazione e il cui funzionamento è indipendente da ogni intervento esterno.

IN BREVE

DA QUANDO SARÀ OBBLIGATORIO?

La prima cosa da sapere è che dal prossimo 7 luglio tutte le auto nuove in vendita dovranno essere obbligatoriamente dotate dell’Edr (l’obbligo è già scattato due anni fa per tutte le nuove omologazioni, ossia per i nuovi modelli messi in commercio dalle Case). L’obbligo, come sempre accade in queste situazioni, non significa che una determinata tecnologia non possa essere adottata anche prima che la norma che la disciplina entri definitivamente in vigore, cosa che, anzi, nella realtà avviene piuttosto spesso. Dati ufficiali non sono disponibili, ma da tempo gran parte delle auto in vendita ha l’Edr senza che venditori e acquirenti ne siano sempre o del tutto consapevoli. Le macchine vendute fino al 7 luglio che ne sono prive non avranno mai, in nessun caso, alcun obbligo di Edr. Anche perché, come vedremo, si tratta di una tecnologia incorporata nell’auto e intimamente legata ai dispositivi di sicurezza presenti su di essa. E, dunque, non installabile successivamente alla produzione.

MEMORIZZA DATI SOLO IN CASO DI INCIDENTE.

Ma che cos’è esattamente l’Edr? Il regolamento lo definisce “un sistema che registra e memorizza automaticamente i parametri relativi agli incidenti e le informazioni immediatamente prima (5 secondi, ndr), durante e immediatamente dopo una collisione (300 millisecondi, ndr)”. Il sistema, dunque, non salva i dati della normale guida, non registra né filmati né sonori, è automatico, non è in nessun caso disattivabile dal guidatore e i dati che vengono memorizzati quando si verifica un incidente risiedono sempre e solo nel sistema, ossia non sono trasmessi – perché non possono proprio essere trasmessi – all’esterno. L’Edr, infatti, non ha alcun collegamento satellitare, wifi o bluetooth. E, dunque, non disponendo di coordinate geografiche, non sa nemmeno dove si trova e, quindi, dove si è verificato l’incidente.

OBIETTIVO: MIGLIORARE LA SICUREZZA STRADALE.

Nello spirito della norma, i dati registrati dovrebbero essere utilizzati in forma aggregata dagli Stati dell’Unione solo “per effettuare analisi della sicurezza stradale e valutare l’efficacia delle specifiche misure adottate senza permettere di identificare il proprietario o il titolare di uno specifico veicolo”, quindi non per attribuire responsabilità in caso di incidenti, come si è portati a pensare. Tuttavia, lo stesso regolamento ammette che “i dati … possono essere messi a disposizione delle autorità nazionali, mediante un’interfaccia standardizzata, in base alla legislazione nazionale o dell’Unione, soltanto ai fini della ricerca e dell’analisi in relazione all’incidente”.

PRIVACY: L’ANONIMATO È GARANTITO.

In ogni caso, i dati memorizzati sul dispositivo sono anonimi (la norma dice che devono essere “anonimizzati”). In pratica, l’Edr non deve contenere informazioni che consentano di identificare il proprietario o il titolare del veicolo e il veicolo stesso. Il sistema, infatti, non “conosce” il Vis (vehicle indicator section), ossia le ultime cifre del Vin (vehicle identification number), il codice di 17 cifre che comunemente chiamiamo numero di telaio. Deve però consentire l’esatta individuazione del tipo, della variante e della versione del veicolo e dei sistemi di sicurezza attiva e di prevenzione degli incidenti in dotazione al mezzo in cui l’Edr è presente. Questo perché l’Event data recorder, oltre a registrare alcune informazioni dinamiche dal periodo immediatamente precedente a quello immediatamente successivo a una collisione (la velocità, la frenata, la rotazione e l’inclinazione del veicolo sulla strada), registra anche lo stato e la sequenza di attivazione di tutti i sistemi di sicurezza del mezzo, dalle cinture di sicurezza ai freni, dall’eCall di bordo agli Adas presenti sul veicolo.

Richiesta di ricontatto