Incentivi 2024, tutti i modelli col bonus
Dopo uno stop stranamente lungo, viene riattivata la piattaforma informatica di prenotazione degli incentivi 2024, come preannunciato una settimana fa da Quattroruote: in pratica, dal 23 gennaio le concessionarie possono inserire i dati dei contratti firmati a partire dal 2, giorno di riapertura degli showroom dopo Capodanno. Come noto, si tratta dei contributi già previsti per il 2024 dal decreto varato due anni fa dal governo Draghi, che disciplinava il triennio 2022-2024. La riforma annunciata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, infatti, entrerà in vigore tra alcune settimane: non solo il decreto non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma non è stato nemmeno firmato dal presidente del consiglio e sarà illustrato l'1 febbraio dallo stesso Urso alle associazioni di settore. Ciò premesso, vediamo tutto quello che bisogna sapere sugli incentivi 2024 pre-riforma, che non cambiano nell’impostazione di fondo, basata sulle tre fasce di emissioni di anidride carbonica (espresse in g/km) dell’auto che si acquisterà.
Contributi da 2 mila a 5 mila euro. A seconda delle situazioni, i bonus vanno da 2 mila a 5 mila euro in base al seguente schema:
- 0-20 g/km: 3 mila euro senza rottamazione; 5 mila con rottamazione;
- 21-60 g/km: 2 mila euro senza rottamazione; 4 mila con rottamazione;
- 61-135 g/km: 0 euro senza rottamazione; 2 mila con rottamazione.
Alla prima fascia appartengono, attualmente, solo auto elettriche; alla seconda solo vetture plug-in; alla terza, macchine con motore ibrido e termico, prevalentemente dei segmenti A (citycar), B (utilitarie) e C (compatte).
Fondi limitati sulle termiche. A disposizione, per le auto, ci sono 570 milioni, così suddivisi tra le fasce di emissioni della vettura acquistata:
- 0-20 g/km CO2: 205 milioni (194,75 ai privati e 10,25 alle società di car sharing e noleggio a lungo termine);
- 21-60 g/km CO2: 245 milioni (232,75 ai privati e 12,25 alle società di car sharing e Nlt);
- 61-135 g/km CO2: 120 milioni, tutti ai privati.
C’è un limite di prezzo. Non tutte le auto che rientrano nelle diverse fasce di emissioni possono accedere al contributo. Il governo, infatti, ha introdotto un limite massimo di prezzo di listino Iva esclusa ("listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice"), accessori compresi, per ciascuna fascia. In particolare:
- 0-20 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa);
- 21-60 g/km: 45 mila euro (54.900 Iva compresa);
- 61-135 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa).
Attenzione: il limite di prezzo non comprende l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) e il contributo Pfu (pneumatici fuori uso).
’auto da rottamare: fino a Euro 4. La rottamazione è obbligatoria solo per chi intende acquistare macchine con motore termico e ibrido con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km. La vettura da demolire dev’essere intestata all’acquirente di quella nuova o a un suo familiare convivente da almeno 12 mesi. E deve essere di classe inferiore a Euro 5, ossia Euro 0, 1, 2, 3 o 4.
Ci sono 270 giorni di tempo. L’unica novità, rispetto all’anno scorso, è l’estensione a 270 giorni del termine entro il quale va perfezionata l’operazione con l’inserimento sulla piattaforma informatica del numero di targa assegnato all’auto. In pratica, tra la prenotazione del contributo e l’immatricolazione non possono passare più di nove mesi circa.
Vietato vendere per 12 mesi. Al momento della sottoscrizione del contratto, l’acquirente dovrà firmare una dichiarazione di presa d’atto del requisito del mantenimento della proprietà del veicolo acquistato per almeno 12 mesi.
Familiari conviventi. Infine, la vettura acquistata con l’incentivo potrà essere intestata anche a una persona diversa di quella a cui era intestata quella da rottamare, purché entrambi i soggetti facciano parte dello stesso nucleo familiare (è richiesto lo stato di famiglia).
Escluse le imprese. Fino all’entrata in vigore della riforma, le aziende restano in buona parte escluse da questa iniziativa. Possono infatti ottenere il contributo solo le imprese che operano nell’attività di autonoleggio a lungo termine (ma in questo caso il bonus è dimezzato) e nel car sharing pubblico. E, comunque, solo in caso di acquisto di una vettura delle prime due fasce, ossia elettrica o plug-in.
La riforma allo studio. Come accennato, tra alcune settimane - la data non è prevedibile - entrerà in vigore la riforma annunciata dal ministro Urso il 20 dicembre scorso, che prevede anche un robusto rifinanziamento della dote 2024 con i circa 290 milioni avanzati nel 2022. Semplificando al massimo, nel nuovo schema resteranno invariate le tre fasce di emissioni e i relativi limiti di prezzo. I singoli bonus, invece, saranno incrementati e parametrati alla classe Euro dell’auto da rottamare (aumenteranno al diminuire della classe, ove prevista la rottamazione ovviamente) e arriverà un extra bonus del 25% per le persone con Isee inferiore a 30 mila euro, ma solo nelle prime due fasce. Solo in una situazione il nuovo contributo sarà inferiore a quello attualmente in vigore: l’acquisto di una vettura con emissioni comprese tra 61-135 g/km con rottamazione di una Euro 4: dai 2 mila euro attuali si passerà a 1.500. Ecco perché a chi si trova in questa situazione potrebbe convenire il bonus attuale (che, lo ricordiamo, basterà, in questa prima fase, solo per 60 mila acquirenti). Usiamo il condizionale perché il bonus si aggiunge all’eventuale promozione della Casa e all’eventuale sconto della concessionaria, riduzioni di prezzo che cambiano di mese in mese in base alle iniziative commerciali delle Case e dei dealer.
Auto elettriche, le vendite rallentano anche in California
Dalla California, uno degli Stati più all'avanguardia al mondo nelle politiche ambientali, arrivano segnali negativi per per la mobilità elettrica. Il Golden State è considerato da anni una vera e propria cartina di tornasole per il mercato delle auto alla spina, quantomeno per gli Stati Uniti, ma negli ultimi mesi le Bev hanno iniziato a riscontrare qualche difficoltà. In particolare, secondo i dati elaborati da Experian Automotive per la California New Car Dealers Association, il quarto trimestre del 2023 ha visto le immatricolazioni di elettriche attestarsi su 89.993 unità, con un calo del 10,2% circa rispetto alle 101.151 dei tre mesi precedenti, a loro volta in contrazione del 2,76% sul secondo trimestre.
Un problema per Sacramento. Di conseguenza, la quota di mercato delle Bev è scesa dal picco annuale del 22,3%, raggiunto proprio nel terzo trimestre, al 21,1%, interrompendo così una marcia che sembrava inarrestabile: la penetrazione è progressivamente aumentata dal 19% del quarto trimestre del 2022 al 20,5% dei primi tre mesi del 2023 fino al 21,8% del periodo aprile-giugno e quindi al record della scorsa estate. In ogni caso, l'intero 2023 vede le Bev al 21,4%, quattro punti percentuali in più rispetto al 2022. Inoltre, la quota combinata di elettriche, ibride, ibride plug-in e fuel cell è passata dall'11,6% del 2018 al 35,9% dell'anno scorso. Dunque, le nuove alimentazioni sono comunque in decisa crescita, per quanto le termiche contino ancora su una maggior penetrazione: il 63,9% delle immatricolazioni totali (erano al 71,6% nel 2022 e all'88,4% nel 2018). Il rallentamento, ovviamente, dovrà essere confermato nei prossimi mesi, ma è già un dato che le autorità di Sacramento dovranno considerare, visto che la strada resta quella di bandire le endotermiche nel 2035.
Le prospettive. Brian Maas, presidente della California New Car Dealers Association, ha perfino messo in discussione la possibilità che l'obiettivo venga raggiunto: "Il ritmo delle vendite di elettriche sta rallentando, ma deve aumentare per arrivare al 100%. C'è molta strada da percorrere in soli 11 anni". Maas non ritiene che i dati di due trimestri possano essere considerati come un "trend definitivo", ma sottolinea comunque la necessità di monitorare attentamente quanto sta avvenendo. Del resto, le prospettive non sono del tutto positive. Per i prossimi mesi, Stephanie Valdez Streaty della Cox Automotive prevede continui alti e bassi: da tenere in considerazione ci sono i prezzi delle elettriche, ancora troppo alti per ampie fasce della popolazione, e ancor di più i listini della benzina, in continuo calo in scia ai record estrattivi messi a segno dagli Stati Uniti negli ultimi anni. E con la benzina in flessione, aumenta l’attrattività delle termiche. Non a caso, Maas ha sottolineato ad Automotive News come le vendite di veicoli elettrificati stiano mostrando una forte correlazione con l'andamento dei prezzi alla pompa.
Jato Dynamics, la Model Y è l'auto più venduta al mondo
Il mercato automobilistico globale ha una nuova regina: è la Tesla Model Y. La Suv americana, secondo le ultime elaborazioni della società di ricerche Jato Dynamics, ha conquistato la corona mondiale, confermando così le indicazioni fornite da Elon Musk durante la conference call sui risultati del quarto trimestre. "Come previsto, la Model Y è diventata ila vettura più venduta a livello globale. Il veicolo più venduto di ogni genere, non solo elettrico, con oltre 1,2 milioni di unità consegnate", ha affermato l'imprenditore poche ore prima che la Jato diffondesse i suoi dati.
La prima elettrica in cima al mondo. "Nonostante sia stato fondato solo nel 2003, il produttore di auto elettriche ha innescato un cambiamento epocale nel panorama automobilistico, creando un modello elettrico che ha sovraperformato le sue controparti e ha battuto tutti i record diventando il primo veicolo elettrico a guidare il mercato globale", scrive la Jato, aggiungendo che, quando manca ormai solo un esiguo numero di mercati da conteggiare, la Model Y ha già raggiunto una "posizione inattaccabile, con 1,23 milioni di esemplari venduti" nel 2023 e un aumento del 64%. Per l'analista Felipe Munoz, "l’aumento delle vendite globali della Model Y è senza precedenti, soprattutto per un veicolo nella top ten dei modelli più popolari. Ciò che Tesla è stata in grado di ottenere con la Model Y in un lasso di tempo così breve è semplicemente straordinario".
Battuta Toyota. Tra l'altro, la Tesla è riuscita a battere modelli che da anni sono in cima al mondo: la Toyota Rav4 ha visto le vendite salire dagli 1,02 milioni del 2022 a 1,07 milioni di vendite ma ha perso il primo posto, scendendo al secondo, davanti alla "sorella" Corolla (1,01 milioni). "La Toyota – spiega Munoz – ha una forte presenza in tutto il mondo", ma i suoi due modelli "non hanno opzioni puramente elettriche, visto che l’offerta comprende solo alternative ibride. Semplicemente, Rav4 e Corolla non sono in grado di competere nel mercato delle auto elettriche, che sta diventando sempre più affermato e importante in Europa e Cina". Infatti, la Model Y ha beneficiato proprio dei risultati sui mercati europeo e cinese. Nel Vecchio Continente, è stata commercializzata in oltre 255 mila unità, 19 mila in più rispetto al secondo modello più popolare, la Dacia Sandero, mentre nel Paese del Dragone le consegne hanno superato le 456 mila unità. Le performance commerciali della Suv a batteria sono legate, secondo Munoz, a due aspetti fondamentali: "A novembre, il prezzo medio di una Model Y era inferiore del 18% e del 23% rispetto a quello di un veicolo elettrico venduto, rispettivamente, in Germania e negli Stati Uniti. Le sforbiciate ai listini nel corso dell'anno, unite alla reputazione della Tesla come produttore di veicoli elettrici affidabile e competitivo, hanno contribuito ad alimentare una domanda già elevata. Di conseguenza, la Tesla è al centro dell'interesse di molti consumatori che desiderano acquistare un veicolo elettrico".